Matteo Cocco, nato in Toscana nel 1985, ha esordito professionalmente a Berlino, dove ha firmato la fotografia del suo primo film: “La moglie del poliziotto” di Philip Gröning, vincitore del Premio Speciale della Giuria alla Mostra di Venezia nel 2013. Nove anni dopo ha nel curriculum 15 film - girati soprattutto tra Germania e Italia - che hanno lasciato il segno, come “Per amor vostro”, “Sulla mia pelle” e ora “Volevo nascondermi” di Giorgio Diritti. Girato con ALEXA Mini, il film sul pittore Antonio è un viaggio nel mondo interiore di un artista “storto”, rifiutato e disprezzato, ma poi anche conteso e ammirato grazie al suo talento selvaggio.
Come è avvenuto l’incontro con Giorgio Diritti?
Mi ha chiamato nel periodo in cui iniziava a ragionare sul film su Ligabue, che aveva dentro di sé da anni. Aveva sentito parlare di me da Silvio Soldini, con cui avevo girato “Il colore nascosto delle cose”. Questa è stata la mia prima collaborazione con lui, ma conoscevo bene la sua filmografia, compreso il suo esordio, il bellissimo “Il vento fa il suo giro”, uno dei rari esempi di vero cinema italiano indipendente. “Volevo nascondermi” compie un’esplorazione molto diversa dell’immagine cinematografica rispetto ai suoi film precedenti, ma rispetta l’essenza del suo fare cinema.