Che impostazione visiva cercavate?

Ho voluto creare un’immagine con un forte impatto cinematografico, che al tempo stesso restituisse un’idea di naturalezza. La fotografia aveva la necessità di essere verosimile nella sua percezione, ma leggermente elevata rispetto alla realtà. Una sorta di realismo poetico che ci porta altrove.
 
In che modo vi siete messi in relazione con il mondo pittorico di Ligabue?

Il riferimento ai dipinti è stata una delle sfide più complesse in termini visivi. Durante la preparazione del film ho trascorso diversi giorni a Genova per studiare da vicino i quadri di Ligabue. Ne osservavo i colori e la tecnica. Cercavo di capire il suo stato d’animo dietro ogni pennellata. Ligabue non ha avuto una formazione artistica e il suo modo di mettere il colore sulla tela è molto grezzo, la superficie dei quadri è sporca, le pennellate selvagge. La sua sofferenza ha una rappresentazione materica. Volevo far emergere proprio quell’elemento primordiale, quell’energia, che sono secondo me il fulcro del film. Mi sono appoggiato alla struttura narrativa, caratterizzata da una frammentazione dei piani temporali, e ho assegnato ad ogni momento dei colori specifici che si legano alle epoche storiche.

Non ci sono singole inquadrature che rievocano i quadri dell’artista, ma al termine della visione tutte quelle immagini e quei colori si ricompongono nella mente dello spettatore ed evocano i mondi del pittore. Nel film ci sono tutti i colori di Ligabue: i suoi verdi, i suoi blu, i suoi rossi, i suoi gialli. Ma sono colori scomposti, che si ricompongono a livello emotivo, più che razionale.
 
Perché ha scelto di girare con una ALEXA Mini?

Era per me fondamentale avere una macchina da presa piccola e compatta, visto che abbiamo lavorato sempre in ambienti reali o riadattati. La leggerezza della macchina permetteva di montarla in ogni luogo e posizione. Anche la gestione del workflow è stato un fattore fondamentale che ha determinato la scelta. Il mio DIT Lorenzo Capra si è occupato della gestione di tutto il materiale sul set, monitorando la delicata gestione delle immagini con il laboratorio Laserfilm a Roma.